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[personal profile] alexiel_hamona
Autrice: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo: Eternal Summer [1/3]
Capitolo: Il ritorno
Fandom: Bleach
Personaggi: Orihime Inoue, Ichigo Kurosaki, Grimmjow Jeagerjaques
Rating: sfw
Genere: slice of life, sentimentale, generale
Avvertimenti: Free!AU,
Parole: 2450
Note: basata su un prompt Ichigo/Orihime richiesto da livia: 4) Free!AU le fan dicono che lei sia solo un terzo incomodo tra i nuotatori
Probabilmente ci scriverò una seconda parte quando avrò voglia (e tempo) e forse anche una terza perché WO-OH, party hard.
Comunque NON BETATA E NON RILETTA | partecipa al Cow-T di maridichallenge, M4.
#Vesperversolavittoria #VVV


Eternal Summer
1. Il ritorno


Orihime è fin troppo consapevole di non essere molto amata dalle sue compagne alla Iwatobi High School; la prima cosa su cui hanno avuto da ridire è stato il colore dei suoi capelli, troppo lunghi e troppo appariscenti, di una tonalità aranciata quasi abbagliante e incredibilmente insolita per una giapponese. Poi erano arrivati i commenti sul suo seno, e le voci di corridoio che le davano della poco di buono e della donna di malaffare, Tatsumi le aveva messe a tacere con un pestaggio di massa, ma nel suo cuore e nella sua testa erano rimaste, a ricordarle che non era benvenuta in quella scuola.
Infine c’era stata quella che avevano considerato la goccia finale: Orihime era diventata manager del club di nuoto.
In realtà non era stata una decisione presa a tavolino, semplicemente era successo; ad essere più precisi, non è che fosse una decisione che avevano preso a tavolino. Era stata tutta colpa di Kon che si era precipitato nella loro classe urlando, gettandosi addosso a Ichigo e Chad.
Non aveva voluto ascoltare le proteste di nessuno, aveva praticamente obbligato i due amici a seguirlo in sala professori, salvo poi tornare indietro a metà strada prenderla per un braccio e trascinarla con gli altri.
«Vogliamo creare un Club di Nuoto!» aveva esordito.
La professoressa non aveva nemmeno sollevato lo sguardo, continuando a limarsi le unghie con aria assorta. Si erano fissati in silenzio finché Inoue non era stata mossa a pietà e aveva riprovato lei a farsi avanti.
« Matsumoto Sensei? Kurosaki-Kun, Sado-Kun e Kaizo-Chan vorrebbero creare un club di nuoto, credo che Kaizo-Chan abbia anche i moduli».
«Oh, Orihime, ma potevi dirlo prima che c’eri anche tu!» esclama la bionda alzando il viso e sorridendo «E tu cosa farai?»
«Io?» Io non so nemmeno cosa ci faccio qui!
«Inoue-San sarà la nostra Manager, Sensei!» esclama Kon, prima che lei possa aprire bocca e dire qualsiasi cosa.
«Oh, non mi sarei aspettata altro da te, sempre così responsabile! Potrei farvi io da referente, ma prima dovete trovare almeno un'altra persona, tutti i club devono avere come minimo quattro membri attivi».
Ovviamente Kon non se lo era fatto ripetere; aveva girato quasi tutti i club, finché non era riuscito a convincere Ishida-Kun, del club di corsa, a unirsi a loro.
E così era nato il club di nuoto della Iwatobi High School e lei ne era diventata manager, attirandosi ulteriori antipatie delle sue compagne di corso. La motivazione, del tutto irragionevole, era stata che, secondo alcune ragazze del secondo anno, stava intromettendosi nell’idillio omoerotico dei loro compagni di corso. E lei aveva provato a dire loro che no, non era così, non si è messa in mezzo a nessuno, anzi Kurosaki nemmeno la guarda, ma ovviamente non l’avevano ascoltata.

Sospira scoraggiata, mentre osserva Kurosaki-Kun tuffarsi nella piscina; i suoi muscoli sembrano guizzare sotto la superficie dell’acqua e la giovane lo osserva rapita, ripensando alla notizia ricevuta da suo fratello la sera prima.
«Grimmjow è tornato in Giappone» le ha detto a mezza voce, con lo sguardo fisso su di lei a studiarne ogni più piccola reazione.
Non l’ha ancora detto a nessuno, e come potrebbe? Ricorda benissimo l’aria affranta di Kurosaki-Kun quando Grimmjow-Kun era partito per l’Australia, la velata tristezza nascosta dietro gli occhi gentili di Sado-Kun e l’aria tradita di Kaizo-chan. La sua partenza era stata vissuta come un abbandono e quando le notizie e le lettere avevano smesso di giungere, tutti si erano sentiti abbandonati, dimenticati, messi da parte.
«Orihime» esclama Matsumoto sensei, andando a sedersi al suo fianco «Cos’è quell’aria triste? C’è qualcosa che ti turba? Puoi dirmelo! Vieni qui, sul mio petto, lasciati consolare!»
Inoue affonda il viso tra i seni di Rangiku, senza porsi troppe domande su come possa apparire una scena simile a occhi esterni (e non accorgendosi dell’effetto che quella vista ha sui membri del club di nuoto); il calore del corpo di Rangiku, Orihime lo ha sempre associato al calore di una madre e pensa che debba essere così che si sentono le persone quando vengono abbracciate da un genitore.
«Matsumoto sensei? Io non so cosa fare» mormora piano.
«Si tratta ancora di Kurosaki?» domanda la donna lanciando un’aria a Ichigo, troppo impegnato a nuotare per accorgersi di qualsiasi altra cosa.
«No, di qualcun altro, qualcuno che vorrei vedere, ma ho paura di disturbare. Voglio dire e se non volesse vedermi?»
«Impossibile, Orihime. Tu piaci a tutti, e se non dovesse essere così, allora l’unico che davvero ci perde è lui».
Inoue sospira e sorride mestamente.
«Posso andare a casa prima oggi?» domanda a mezza voce.
«Non è a me che devi chiedere, tesoro, ma a loro».
«Kurosaki-Kun, Sado-Kun, Ishida-Kun, Kaizo-Chan, posso tornare a casa? Mi sono ricordata che c’è una commissione importante che devo sbrigare!»
«Ma certo, Inoue-San! Però ti ho detto un sacco di volte di chiamarmi Kon, Kaizo è così formale».
«Vai pure Inoue, ci pensiamo noi qui. Tranquilla» la rassicura la voce calda di Kurosaki. La ragazza annuisce sorridendo, regalandogli uno di quei sorrisi gentili che dedica solo a lui (e che lui sembra non notare mai), quindi si gira e inizia a correre verso l’uscita.
«Oi, Ichigo» Chad si volta verso l’amico lanciandogli uno sguardo di rimprovero, l’ennesimo di una lunga serie «Avresti almeno potuto chiederle se voleva essere accompagnata».
«Ma l’allenamento…»
«Kurosaki, sei senza speranza» borbotta Ishida guardandolo con disapprovazione «Prima o poi qualcuno te la porterà via».

La Samezuka Academy è più grande di quanto Hime potesse immaginare, il solo arco d’ingresso le mette soggezione. Si ferma ad osservare l’imponente edificio, ammirando la fila regolare di mattoni rossi che va a formare le pareti, le ampie finestre e le pietre che formano l’arco a sesto acuto; le piacerebbe studiare in un posto simile e, in realtà, visti i suoi eccellenti risultati scolastici, avrebbe potuto facilmente accedervi, ma all’epoca non aveva nessun interesse nel lasciare l’Iwatobi e allontanarsi dalle persone e i luoghi che conosceva così bene.
«Posso aiutarti?» una voce la coglie alle spalle, riscuotendola dai suoi pensieri.
Orihime si gira, ritrovandosi di fronte un ragazzino dai capelli grigi e un sorriso gentile.
«Oh, ciao. Non vorrei disturbarti, ma mi sapresti indicare dove posso trovare il club di nuoto?»
«Ma seriamente? Che coincidenza! Sto giusto andando là, io sono Di Roy, comunque, e tu? Che vai a fare al club? Non sei di questa scuola, vero?»
«Uhm, piacere Di Roy-Kun, io sono Orihime, Orihime Inoue. Sto cercando un vecchio amico, so che si è trasferito qui di recente, si chiama Grimmjow. Grimmjow Jeaguerjaques».
Lo segue in direzione della piscina e nel vedere l’immenso edificio dedicato al club di nuoto, trattiene il fiato. Se avessero anche solo la metà dei mezzi che la Samezuka ha a disposizione, a questo punto Kurosaki-Kun sarebbe già campione nazionale di stile libero.
«Oh, ma lo conosco, è il mio compagno di stanza! Vieni, vieni».
Non sa bene come sia finita in quella situazione, fatto sta che Orihime si ritrova seduta ad aspettare Grimmjow nella sua stessa stanza e si sente così nervosa che deve trattenere l’impulso di imboccare la porta e scappare. Sono passati così tanti anni che magari lui nemmeno si ricorda più di chi sia, d’altra parte era solo la sua vicina di casa; e sì, indubbiamente hanno trascorso anni insieme, a rincorrersi e a giocare, mentre Orihime andava ad ogni sua gara e ogni suo allenamento di nuoto, seguendolo con sguardo ammirato. Non gli aveva mai rivelato che era stato come un fratello per lei, come parte della sua famiglia; e sì, lei un fratello già ce lo aveva, ma con Grimmjow-Kun era stato tutto diverso, era stato il suo primo amico, il suo primo contatto con i bambini della sua età, era stato lui a presentarle Kurosaki-Kun e quando era partito Orihime aveva sentito come se una parte di sé fosse sparita con lui.
Scruta con attenzione la stanza in cui si trova, il letto a castello e l’arredamento spartano, la scrivania scura e una pila di vestiti sul bordo della cuccetta superiore; poi il suo sguardo si ferma su una fotografia, incastrata alla base di una bacheca di sughero che troneggia sul muro.
È una vecchia foto, avevano forse sei anni quando l’hanno scattata, ma nel vederla Orihime non riesce a trattenere un sorriso; le sue dita sottili ne sfiorano la superficie, mentre con la memoria ritorna a quel giorno in cui lei, Grimmjow-Kun e Kurosaki-Kun erano stati fermati a forza da suo fratello, subito prima che si dirigessero correndo verso la festa del paese.
«Eri così carina che non sono proprio riuscito a disfarmene. Della foto, intendo».
Erano anni che non sentiva la sua voce e sebbene sia maturata, diventando più simile a quella di un uomo che a quella di un bambino, Orihime riesce a riconoscere quel timbro che più volte, tempo addietro, era stato sinonimo di casa.
«Grimmjow-Kun!»
«Orihime, quante volte devo dirtelo, non voglio che usi il “Kun”» borbotta il ragazzo avvicinandosi.
Inoue gli sorride, cercando di trattenersi dall’abbracciarlo, e Grimmjow ridacchia nel vedere il suo maldestro tentativo di rimanere composta; le appoggia una mano sul capo e sorride a sua volta.
«Sei diventata una stragnocca. Ancora Kurosaki non ti si fila?»
«Grimmjow!» esclama la rossa, con un tono che però di disapprovazione non ha nulla.
«Vedi che allora riesci a dirlo?!»
«Grimmjow, da quanto tempo sei tornato? Perché non hai detto niente a nessuno?»
Lo vede irrigidirsi e capisce immediatamente che sta pensando a come evitare la domanda.
«Sono tornato tre settimane fa e niente, non c’avevo cazzi».
«Di venire a salutarmi?» domanda mestamente.
«No, ecco, tu non c’entri. Ma vedere te avrebbe voluto dire vedere tutti gli altri e non avevo voglia di farlo».
«Ma Kurosaki-Kun sarebbe felice di sapere che sei tornato».
«Si fotta Ichigo, sai quanto me ne frega» ringhia il ragazzo, sbattendo un pugno sul tavolo.
La rossa sobbalza leggermente abbassando lo sguardo, probabilmente non sarebbe dovuta venire.
«Forse è meglio che vada…»
«No aspe –»
«Oi! Grimmjow, è vero che una ragazza è venuta a trovarti?» la porta della camera si spalanca con un botto e un ragazzo dalla corporatura massiccia e un sorriso allegro sul volto entra, senza nemmeno preoccuparsi di chiedere il permesso.
«Lliones, che cazzo, non ti hanno insegnato a bussare?»
«Grimmjow, non ti hanno insegnato a chiamare i compagni più anziani “Sempai”? E non mi presenti questa incantevole fanciullina?»
Il ragazzo si piazza di fronte a Orihime e fissa in cagnesco il capitano della squadra di nuoto, quindi la afferra per un polso e inizia a camminare.
«Mi dispiace capitano, ma Inoue stava andando via, per altro è già occupata, molto occupata».
La giovane lo segue senza fiatare; trattiene un sorriso nel constatare che è ancora protettivo come un tempo. Quindi, arrivati fuori dal perimetro della scuola, sente la presa dell’amico farsi debole e poi lasciarla andare.
«La strada la conosci, no?»
«Grimmjow…»
«Cosa c’è adesso?»
«Io… Io dirò a Kurosaki- Kun che sei tornato…»
«Fai come ti pare, tanto sai cosa me ne frega» borbotta, quindi si volta e ritorna sui suoi passi, dandole ancora una volta la schiena.

Quando il campanello a casa Kurosaki suona, Ichigo è immerso nella vasca fino al naso. Borbotta qualcosa, sperando che qualcuno vada ad aprire al suo posto; sente le voci concitate di Yuzu e Karin, quindi la porta del bagno si spalanca e suo padre si getta contro di lui a candela, come fosse un missile.
«I-CHI-GO!»
Il ragazzo si lascia scivolare completamente nell’acqua e Isshin finisce con lo schiantarsi contro la parete.
«Figlio ingrato, come hai potuto spostarti?»
«Che sono scemo? Dovevo farmi colpire?»
«Sarebbe stato carino da parte tua! Piuttosto, c’è Inoue che è venuta a trovarti, forse è il caso di vestirti».
Ichigo sbuffa ed esce dalla vasca, dando bella mostra del costume da piscina che indossa; quindi, spinto suo padre a calci fuori dalla sala da bagno, inizia lentamente a rivestirsi.
Orihime lo aspetta in camera sua, seduta compostamente sul tatami sposta nervosamente lo sguardo da un elemento di arredo all’altro, il disagio che prova è piuttosto evidente ed Ichigo si sente quasi in colpa per averla fatta aspettare così tanto; tanto più che, per essere venuta a trovarlo a quell’ora, così prossima alla cena, deve trattarsi di qualcosa di davvero importante.
«Inoue, va tutto bene?» le domanda vagamente preoccupato.
«Kurosaki-Kun, devo dirti una cosa importante» mormora la ragazza «Ma devi promettermi che non ti arrabbierai e che non uscirai di corsa dalla stanza prima che io abbia finito di parlare».
«Aspetta, qualcuno ti ha fatto qualcosa?» chiede nuovamente e questa volta nella sua voce c’è una sottile rabbia repressa.
Orihime scuote il capo; no, ovviamente no, ma sa che Kurosaki se la prenderà comunque perché lui non li ha avvisati, lui non ha detto niente a nessuno, lui ha fatto tutto, ancora una volta, senza far loro sapere niente.
«Grimmjow è tornaro» dice piano e osserva i suoi occhi spalancarsi e irrigidirsi, segue con lo sguardo la linea del mento riuscendo quasi a intravederlo mentre serra i denti con la stessa forza con cui serra i pugni. Non dice niente e non si precipita fuori dalla porta, consapevole della richiesta fattagli dalla ragazza poco prima.
«L’ho saputo da mio fratello, così sono andata a trovarlo e… E credo ci sia qualcosa che non vada, ma non capisco cosa» i suoi occhi si velano di tristezza e Ichigo sente una morsa fastidiosa all’altezza dello stomaco perché no, lui Orihime con quell’espressione proprio non riesce a vederla «Non ha detto a nessuno che era tornato e si è chiuso nel suo silenzio e nel suo mutismo e io non so che problema abbia avuto in Australia, ma so che ne ha avuto uno».
Le appoggia una mano sul capo e le sorride gentile: «Vieni, ti riaccompagno a casa».
Per tutto il tragitto Orihime non fa altro che raccontargli di quel pomeriggio, le mani tremanti e gli occhi colmi di lacrime di preoccupazione che si rifiuta di lasciar cadere. Quando arrivano finalmente davanti a casa, Ichigo le accarezza con delicatezza una guancia (e non sa nemmeno lui dove trovi il coraggio, ma la pelle di Inoue è così morbida che fatica a staccarsi, più di quanto avrebbe immaginato).
«Orihime, non preoccuparti. Ci penso io a Grimmjow» esclama sorridendo, quindi si gira e sparisce agitando la mano in segno di saluto.
La ragazza si accorge solo dopo qualche minuto che ha trattenuto il fiato e non sa se il viso le sia diventato bordeaux per la vicinanza a Kurosaki, per quella carezza, per quelle parole o semplicemente per mancanza di ossigeno.
Ci vuole ancora un momento perché realizzi che quella è la prima volta che Ichigo la chiama per nome.

Date: 06/03/2015 07:40 pm (UTC)
From: [identity profile] kuma-cla.livejournal.com
CECILIA CECILIA CECILIA QUESTA STORIA È BELLISSIMA STAI FRAFIGGENDO I MIEI FEELINGS

Date: 06/03/2015 11:22 pm (UTC)
From: [identity profile] alexiel-hamona.livejournal.com
IO HO TROPPA ROBA IN CANTIERE. CLAUDIA AIUTAMI.

(FRAFRIGGENDO -> CAPOLAVORO)

Date: 07/03/2015 08:14 am (UTC)
From: [identity profile] kuma-cla.livejournal.com
COME TI CAPISCO IO CREDO CHE UNA VITA NON CI BASTERÀ PER SCRIVERE TUTTO

(ROTFL FRAFRIGEENGO anche il mio commento era non betato/non riletto)

Date: 08/03/2015 11:31 am (UTC)
From: [identity profile] littledarkrin.livejournal.com
MA LA BELLEZZA E I FEEELS - SO MANY FEELS. È TUTTO BELLISSIMO E CI SONO CERTE SCENE CHE MI RICORDANO TROPPO I CAPITOLI INIZIALI DI BLEACH E NOSTALGIA E ICHIGO QUANTO SEI STUPIDO E BELLO E ORIHIME SIE UNA PATA INFINITA E NCLPF.
AMO TUTTO.

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