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fandom: Boku no hero

prompt: “Solo uno morirà stanotte” (Sirius Black, Harry Potter)

parole: 557

note: scritta per il CoW-T di Lande di Fandom, probabilmente farà da prologo a qualcosa di molto più lungo perché mi sono fatta un mega film in testa


Bakugou sta urlando. E fin qui non c’è niente di insolito, d’altra parte, Uraraka lo sa meglio di chiunque altro, alzare la voce è una parte essenziale del suo carattere, è uno di quei tratti all’apparenza fastidiosi che però risulta equiparabile a un marchio di fabbrica. Tuttavia, di solito Katsuki alza la voce e sbraita per nascondere quello che prova, è una forma di difesa personale, questa volta, invece, è pura e semplice rabbia.

È furioso.

Non con lei, ovviamente, mai con lei.

“Non so chi sia stato” abbozza ancora Uraraka, scuotendo il capo, dispiaciuta.

Non ama mentire, ma non osa dire la verità, perché dirla ad alta voce spezzerebbe il cuore di entrambi.

“Dannazione! Se non mi dici chi cazzo è stato a ridurti in questa condizione di schifo come faccio a picchiarlo finché non sputa i cazzo di polmoni?”

Uraraka scuote ancora la testa.

Il movimento le risulta più faticoso di quanto non vorrebbe, le bende che le hanno avvolto intorno al corpo dopo l’operazione la stringono e sfregano sulle ferite; la morfina aiuta.

L’hanno operata d’urgenza; è stata fortunata, un’altra persona nella sua situazione non sarebbe sopravvissuta, una persona meno tenace sarebbe morta.


Kacchan se ne va sbattendo la porta.

Non saprebbe spiegare quanto la cosa lo renda furibondo. In questi anni il suo rapporto con Ochako si è evoluto, è migliorato ed è sempre stato basato su due cose: l’onestà e il rispetto.

Sa che Uraraka gli sta nascondendo qualcosa, ma non saprebbe dire esattamente cosa sia; nei suoi occhi ha riconosciuto l’ombra di un dolore sordo e impronunciabile, ma non saprebbe dire se si tratta di dolore fisico, o psicologico.

Non è mai stato molto bravo a capire queste cose.

Cammina senza fermarsi, prendendo a calci ogni ciottolo che trova davanti a sé, come se fossa colpa loro se Uraraka si trova in quella situazione.

È così preso dai suoi pensieri che nemmeno si accorge di andare a sbattere contro qualcuno, bestemmia, mentre indietreggia di un paio di passi.

“Brutto idiota, vuoi guardare dove cammini, cazzone!?”

“Kacchan?” domanda lo sconosciuto, “sei proprio tu?”

A Bakugou si gela il sangue nelle vene mentre i suoi occhi mettono a fuoco una figura che non vedeva da troppi anni; Deku è cambiato così tanto che se non gli avesse parlato non l’avrebbe nemmeno riconosciuto.

I suoi occhi sono circondati da occhiaie profonde; è più alto e allampanato, vestito con un completo verde scuro che ricorda vagamente il colore dei suoi capelli.

“Deku?”

“Sei arrabbiato, Kacchan? Ho sentito che tu e Uraraka avete un rapporto tutto particolare, molto… intimo”.

“Che cazzo!?”

“Sai… avresti dovuto vedere il suo sguardo tradito, il modo in cui ha pronunciato il mio nome nel momento in cui ho affondato la lama nella sua pancia. Hai mai sentito il rumore della carne umana che viene tagliata?”

Katsuki non è sicuro di capire, ma di una cosa è certo quello non può essere Deku, non può essere Midoriya.

“Cosa…”

“Sai Kacchan, era così che ti volevo, era così che volevo vederti, pieno di rabbia, di odio. È così che volevo combattere con te, mentre ti consumi di odio dall’interno. Non sarebbe poetico? Combattere assieme, e morire assieme, come due vecchi amici che si odiano. Proprio come ai vecchi tempi”.

“Solo uno morirà stanotte” sillaba piano Bakugou, stringendo i pugni, “e non sarò io”.

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