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Autore: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Fandom: The wolf among us
Titolo: Pizza da asporto
Parole: 1611
Prompt: qualcosa di nuovo (Tanit)
Note: blablabla, scritta per il CowT, bla bla bla, non betata, non riletta. Post game.



Pizza da asporto

Non ha osato andare a trovarla.
Non dopo tutto quello che è successo; la fuga di Crane ha lasciato Fabletown in un limbo senza controllo e se non fosse per Snow probabilmente a quest'ora l'intero sistema starebbe già crollando su sé stesso. Quindi no, Bigby non se la sente di andarla a trovare, e comunque non saprebbe cosa dirle, da dove cominciare?
Grazie per avermi aiutato a risolvere questo caso? Per esserti fidata di me? O magari raccontarle di quel tarlo che gli rode il cervello da qualche giorno, da quando Nerissa se ne è andata?
Non avrebbe nemmeno senso, e Snow si irriterebbe solamente perché alla fine non ha fatto domande e l'ha lasciata andare. Non che sia colpa sua, oramai dovrebbe saperlo che in fondo lo sceriffo ha un cuore di burro.

Il problema comunque non sussiste, perché è Snow White stessa a venire da lui, e non nel suo ufficio, in cui almeno riesce a mantenere una parvenza di ordine, tra le scartoffie sulla scrivania e le sigarette nel posacenere. Snow viene a bussare alla porta di casa e l'unica cosa a cui Bigby riesce a pensare, quando apre la porta, è che per fortuna Colin non sia lì.
Avrebbe anche dovuto buttare via la poltrona, il sangue si è seccato sulla fodera e non è riuscito in alcun modo a farlo andare via, poi ha rinunciato; avrebbe anche dovuto pulire, ma ha continuato a rimandare e alla fine il suo appartamento è rimasto uno schifo. Non dovrebbe importare più di tanto, Snow lo ha già visto, forse anche in condizioni peggiori. Non riesce lo stesso a scacciare quella sgradevole sensazione di fastidio misto a inadeguatezza e il pensiero che almeno lei non dovrebbe venire accolta in un posto così squallido.

A Snow non interessa assolutamente come sia l'appartamento dello sceriffo. Non la infastidisce il fatto che non abbia pulito il sangue, né la turbano i piatti da lavare nel lavandino o i mozziconi di sigaretta nel posacenere; oramai nemmeno fa caso alle camicie spiegazzate appoggiate sullo schienale di una sedia.
Tutto quello che vuole è vedere Bigby; ha la sgradevole sensazione che abbia cercato di evitarla negli ultimi giorni e non capisce bene come mai, soprattutto quando nell'ultimo periodo le sembrava fossero riusciti a legare, più di prima.
«Snow? Che ci fai qui?»
Storce il naso, può anche andarsene se gli dà fastidio la sua presenza, ma cerca di mantenere la calma e si ripete che dopo tutto è normale che sia sorpreso, prima di quel momento non è mai andata a bussare a casa sua.
«Ho pensato che non avessi niente da mangiare e mi sono permessa di portare due pizze» sorride, sollevando due cartoni bianchi e aspettando con pazienza che la faccia entrare.
«Io- Vieni, anche se forse il mio appartamento non è esattamente il luogo migliore in cui cenare, o il più igenico».
«Davvero non importa» risponde Snow, entrando e appoggiando le pizze sul tavolino del salotto «E comunque, visto quanto poco sono stata a casa in questo periodo, non pensare che il mio sia molto più pulito».
«Probabilmente c'è meno sangue» Bigby sorride e la donna non può fare a meno di sorridergli di rimando, mentre gli dà il tempo di sistemare in fretta il tavolino e spostare tutte le cianfrusaglie che ha depositato sulle sedie.

Quando si siede di fronte a lei si trova a dover trattenere un sorriso; Snow è nervosa, lo legge da come si torce le mani e da come guarda con insistenza il cartone delle pizze. Beh, o è nervosa, o a davvero molta fame.
«A cosa devo la visita?» domanda, passandole un paio di posate pulite, perché la donna non gli sembra proprio il tipo che mangia con le mani (e forse per questa volta farà un'eccezione anche lui, ma non è che voglia impressionare Snow o cose simili, lo fa solo per essere civile, ecco).
«Mi stai evitando?» domanda improvvisamente Snow, e sa che non si dovrebbe rispondere a una domanda con un'altra domanda, ma alla fine è proprio quello il motivo per cui si trova lì.
«Cosa? No, certo che no. Sono stato impegnato, e anche tu».
Silenzio.
«Pensavo che fosse meglio non imporre a nessuno la mia presenza, soprattutto non ora che siamo ancora in una situazione di equilibrio precario. La gente tende a innervosirsi quando sono nei paraggi».
«La gente sarebbe meno nervosa se tu avessi più fiducia in te stesso» lo redarguisce Snow, ma Bigby si accorge che sta sorridendo, anche se cerca di non fissarlo negli occhi, troppo impegnata a tagliare pezzi ordinati di pizza «E poi pensavo che fossimo, insomma, una squadra. Posso fare finché voglio le veci del Sindaco o pretendere di prendere il posto di Crane, ma sappiamo entrambi che l'unica persona a cui questa gente dà ascolto sei tu».
«Come no. Hai visto come vanno le cose Snow, alla fine della giornata sono sempre quello dalla parte del torto».
Accende una sigaretta e osserva il fumo salire verso l'alto, solo dopo averla accesa si rende conto che magari a lei potrebbe dare fastidio, ma Snow agita una mano, come a indicare che per lei è indifferente. Non è vero, in realtà l'odore amarognolo delle Huff & Puff di Bigby ha uno strano effetto rilassante sulla sua persona, le dà la sensazione di averlo più vicino ed è ha smesso di darle fastidio molto tempo fa.
«Forse una volta era così, ma quello che hai fatto per loro? Non lo dimenticheranno presto. Io-» si blocca cercando le parole giuste «Io non sono sicura che sarei riuscita a gestire la cosa bene come hai fatto tu. Se fossi stata sola questa faccenda si sarebbe risolta in un disastro».
Bigby solleva un sopracciglio, leggermente interdetto, non si aspettava di ricevere dei complimenti, non da lei in ogni caso e non può negare che la cosa gli faccia più piacere di quanto credesse.
«Non ho fatto niente di speciale».
«Invece sì. Se non ci fossi stato tu avrei bruciato l'albero di Greenleaf, non avrei mai saputo dei problemi di Beauty… Bigby…»
«Sì?»
«Avrei gettato il Crooked Man nel pozzo… Per quanto stessi cercando una soluzione esemplare, non avevo pensato a qualcosa come una magia confinante e… lo avrei gettato nel pozzo. Sei stato l'unico che ha avuto pietà, lupo o non lupo. E queste persone ora si fidano di te, hai dimostrato chi sei più di chiunque altro».
Lo sceriffo scuote il capo, combattuto tra il dare ragione a Snow e l'ammettere di avere agito in quel modo per puro egoismo, perché in fondo avrebbe potuto tranciare la gola di quel bastardo del Crooked Man con un solo gesto della mano, ma se si era trattenuto era stato solo perché Snow non avrebbe approvato.
Sospira.
«Non che mi dispiaccia tutta questa improvvisa fiducia da parte di Fabletown, ma non mi è mai importato molto della loro opinione».
«Oh…»
«Solo della tua».
Snow sente di essere arrossita e distoglie lo sguardo; dannazione a lui, con quanta naturalezza se ne esce con certe frasi.
«A questo proposito» continua Bigby, senza accorgersi del leggero turbamento che ha provocato nella donna di fronte a lui «C'è qualcosa di cui vorrei parlare con te».
Sospira di nuovo, quindi alza, arriva fino al lavandino, riempi una caraffa di acqua e la porta al tavolo; quindi pare ripensarci e torna indietro, estrae due birre fredde dal frigorifero e ne porge una Snow.
«Potresti volerla, dopo».

«Sei arrabbiata?»
Snow stringe la bottiglia di birra tra le mani, in quel momento le piacerebbe davvero molto alzarsi da quella sedia così scomoda e sedersi sul divano, solo che quello è l'appartamento di Bigby e Bigby non ha un divano, ha solo una poltrona e non è esattamente quel genere di poltrona in cui lascerebbe che lei si sedesse.
«No» e mentre lo dice si rende conto che è davvero così «Sono solo stupita, non è che non ti creda è solo che…»
«Solo che sembra una messa in scena troppo complicata per essere vera?»
«Sì, e poi come dici tu, con che finalità?»
«Non lo so, non… Avrei dovuto fermarla probabilmente» borbotta l'uomo accendendo un'altra sigaretta ed alzandosi in piedi a portare i cartoni vuoti della pizza fino in cucina.
«E poi cosa? L'avresti perquisita per cercare del glamour? E se l'avessi trovato l'avresti gettata nel pozzo? Non lo so, Bigby, credo che forse sia meglio così, gli abitanti di Fabletown hanno già trascorso una settimana sufficientemente intensa anche senza che aggiungessimo questo alla pila di problemi che si sono accumulati dopo la fuga di Crane».
Lo sceriffo sospira, si appoggia al muro e annuisce piano, sa che Snow ha ragione, ma nonostante tutto non può fare a men di pensare che ci sia qualcosa che si è lasciato sfuggire, un piccolo tassello di un puzzle più grande di cui è riuscito a intravedere solo una parte.
La mano di Snow White si posa con delicatezza sul suo braccio e l'uomo si gira in tempo per vederla sorridere.
«Non ci pensare Bigby, per il momento abbiamo altro di cui occuparci».
Lo fissa per qualche istante, indecisa se chinarsi avanti e appoggiare le labbra su quella guancia ispida o se andare via, alla fine non riesce a trovare il coraggio e si allontana, dirigendosi verso la porta. Stringe la maniglia con un po' troppa forza, ma non pare avere alcuna intenzione di andare via.
«Ricordati di portare fuori i cartoni della pizza» lo prende in giro «E smettila di evitarmi».
«Io non… Va bene».
La porta si apre, Snow la accompagna dietro di sé, ma non lascia che si chiuda del tutto.
«La prossima volta la pizza possiamo mangiarla a casa mia».

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