![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: Routine
Parole: 160
Fandom: Evangelion
Prompt: Misato/Kaji, college!AU
Genere/Warning: AU, FEELS, slice of life
Note: scritta per un event del gruppo We are out for prompts; prompt di Libby.
La sveglia suona per la terza volta e questa volta, invece di spegnerla, Misato la lancia di malagrazia contro il muro, poi si rigira dall’altra parte.
Alla sua sinistra Kaji mormora qualcosa, allungando una mano e tirandola indietro.
«Arriveremo in ritardo a lezione».
«Non ci vado oggi» borbotta, infilando la testa sotto il cuscino.
«E nemmeno ieri, e nemmeno domani...»
«Senti da che pulpito!»
Kaji affonda il viso nel collo della ragazza, strusciando la barba incolta sulla sua spalla, ma viene respinto con un calcio; Misato rotola su un fianco, pressandolo e spingendolo leggermente col capo. Lo invita a spostarsi, dapprima con movimenti delicati, quindi applicando una maggiore pressione, finché il giovane non si ritrova sul bordo estremo del letto.
«Misato, così cado...»
La ragazza solleva solo di poco la testa da sotto il cuscino gettandogli un’occhiata in tralice.
«Vuoi farmi dormire?!» sbotta infine, spingendolo con un’ultima pedata giù dal materasso.
«È sempre bello trascorrere il mio tempo con te».
Titolo: Dopo Manila
Parole: 635
Fandom: CowT5 / Tanit
Prompt: CowT verse
Genere/Warning: slice of life, general, no pairing
Note: scritta per la notte bianca di
maridichallenge per capire appieno questa storia consiglio di leggere le storie scritte da me e da
akemichan07 durante il Cow-T, le potete trovare qui, qui e qui.
La prima volta che Lacros viene a trovarla è trascorso soltanto un giorno dalla fuga di Manila. Il sommo priore ha il viso arrossato ed è chiaro, dalle borse scure sotto i suoi occhi, che quella notte non è riuscito a dormire; Laeton non deve avere passato una serata piacevole, cercando di placarlo, di dissuaderlo dall’andarsi a riprendere sua sorella per poi strozzarla.
Vesper apre la porta e la richiude subito dopo, roteando gli occhi verso l’alto.
«Fammi entrare!» sibila l’uomo piano.
«Tra un secolo, magari».
«Vesper ti devo parlare, apri questa stupida porta».
«No. Manila sparisce e tutti a parlare con me. Tu, tuo marito, persino Abilene è tornata a parlarmi. Abilene, capiamoci. Manila è adulta, vaccinata, non devo essere io a rispondere per lei» borbotta la donna, con la schiena appoggiata alla porta.
La seconda volta che Lacros viene a trovarla, trova Cipryan con lei e a questo giro è lui a roteare gli occhi verso l’alto, perché quel tipo non lo può vedere.
«Oddio, cosa ci fa lui qui?»
«Ehilà, Lac! Ti vedo bene, anche io sono felice di vederti, non scomodarti troppo a salutarmi» celia il giovane giulivo.
Vesper lo saluta con un cenno, ma non risponde, consapevole di non doversi giustificare di niente; Cipryan è stato il primo, tra tutti gli altri concorrenti alla mano di Manila, a capire cosa davvero volesse la veggente ed è stato anche il primo di loro in cui Vesper avesse trovato un alleato. E forse un amico.
Ed è strano per lei che non ha mai avuto altri amici oltre a Lacros e Manila, nessuno che si preoccupasse di vedere sotto i suoi capelli biondi e le sue ciglia lunghe; eppure Cipryan lo fa, si preoccupa e le chiede come sta, le porta addirittura della cioccolata, ricordandosi di un pomeriggio di qualche settimana prima.
«Volevi qualcosa, Lacros? Non ho idea di dove sia tua sorella».
«Forse no o forse sì, tanto non me lo diresti comunque, Vesper» borbotta l’uomo appoggiandosi contro lo stipite della porta e allungandole una busta sottile di carta rosa «Questa è per te, l’ho trovata tra le cose di Manila».
Vesper la prende, ma non osa aprirla, non davanti a Lacros, non davanti a Cipryan: non è sicura l’aprirà mai.
«L’hai letta?»
«Come se potesse interessarmi!»
La terza volta che vede il Sommo Priore sono finalmente passati tre mesi e anche l’uomo ha fatto pace con il fatto che no, Manila non tornerà, almeno non a breve.
«È tua sorella, Lacros, dovresti conoscerla, sai com’è fatta. Un giorno sarà pronta per tutto questo, sentirà il richiamo urgente del suo pianeta, della sua casa, e tornerà a prendere il posto che le spetta. Ma non è qualcosa che dipende da te, non è qualcosa che puoi decidere tu. Dipende unicamente da lei».
«Lo so, non serve che me lo dica tu, lo so bene. Non dico che la cosa mi piaccia, ma o lo accettavo o finivo con la pressione alle stelle. Non. Dire. Niente. Piuttosto, tu avresti dovuto sposarla, sei sicura che per te vada bene così?»
«Dovere non è volere; Manila mi piace, mi è sempre piaciuta e le voglio bene, davvero, ma sposarla per obbligo?»
Lacros tace per qualche istante, finché non arriva alla verità.
«Non hai mai avuto intenzione di sposarla, non è così?»
«Sii onesto, mi avresti mai voluta come cognata?»
«Meglio tu che Metacomet».
Scoppia a ridere, ripensando allo sguardo d’intesa che le ha rivolto il giovane dell’incanto l’ultima volta che l’ha visto, quindi scrolla le spalle e si allontana a passi leggeri verso la porta.
«Vesper» la richiama Lacros prima che si allontani troppo «La lettera, l’hai poi letta? Cosa c’era scritto?»
Vesper sorride, sollevando l’angolo della bocca e mordendosi il labbro inferiore.
«Non avevi detto che non ti interessava?»
«Forse ho mentito».
«”Grazie”».
Parole: 160
Fandom: Evangelion
Prompt: Misato/Kaji, college!AU
Genere/Warning: AU, FEELS, slice of life
Note: scritta per un event del gruppo We are out for prompts; prompt di Libby.
Routine
La sveglia suona per la terza volta e questa volta, invece di spegnerla, Misato la lancia di malagrazia contro il muro, poi si rigira dall’altra parte.
Alla sua sinistra Kaji mormora qualcosa, allungando una mano e tirandola indietro.
«Arriveremo in ritardo a lezione».
«Non ci vado oggi» borbotta, infilando la testa sotto il cuscino.
«E nemmeno ieri, e nemmeno domani...»
«Senti da che pulpito!»
Kaji affonda il viso nel collo della ragazza, strusciando la barba incolta sulla sua spalla, ma viene respinto con un calcio; Misato rotola su un fianco, pressandolo e spingendolo leggermente col capo. Lo invita a spostarsi, dapprima con movimenti delicati, quindi applicando una maggiore pressione, finché il giovane non si ritrova sul bordo estremo del letto.
«Misato, così cado...»
La ragazza solleva solo di poco la testa da sotto il cuscino gettandogli un’occhiata in tralice.
«Vuoi farmi dormire?!» sbotta infine, spingendolo con un’ultima pedata giù dal materasso.
«È sempre bello trascorrere il mio tempo con te».
Titolo: Dopo Manila
Parole: 635
Fandom: CowT5 / Tanit
Prompt: CowT verse
Genere/Warning: slice of life, general, no pairing
Note: scritta per la notte bianca di
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-userinfo.gif)
Dopo Manila
La prima volta che Lacros viene a trovarla è trascorso soltanto un giorno dalla fuga di Manila. Il sommo priore ha il viso arrossato ed è chiaro, dalle borse scure sotto i suoi occhi, che quella notte non è riuscito a dormire; Laeton non deve avere passato una serata piacevole, cercando di placarlo, di dissuaderlo dall’andarsi a riprendere sua sorella per poi strozzarla.
Vesper apre la porta e la richiude subito dopo, roteando gli occhi verso l’alto.
«Fammi entrare!» sibila l’uomo piano.
«Tra un secolo, magari».
«Vesper ti devo parlare, apri questa stupida porta».
«No. Manila sparisce e tutti a parlare con me. Tu, tuo marito, persino Abilene è tornata a parlarmi. Abilene, capiamoci. Manila è adulta, vaccinata, non devo essere io a rispondere per lei» borbotta la donna, con la schiena appoggiata alla porta.
La seconda volta che Lacros viene a trovarla, trova Cipryan con lei e a questo giro è lui a roteare gli occhi verso l’alto, perché quel tipo non lo può vedere.
«Oddio, cosa ci fa lui qui?»
«Ehilà, Lac! Ti vedo bene, anche io sono felice di vederti, non scomodarti troppo a salutarmi» celia il giovane giulivo.
Vesper lo saluta con un cenno, ma non risponde, consapevole di non doversi giustificare di niente; Cipryan è stato il primo, tra tutti gli altri concorrenti alla mano di Manila, a capire cosa davvero volesse la veggente ed è stato anche il primo di loro in cui Vesper avesse trovato un alleato. E forse un amico.
Ed è strano per lei che non ha mai avuto altri amici oltre a Lacros e Manila, nessuno che si preoccupasse di vedere sotto i suoi capelli biondi e le sue ciglia lunghe; eppure Cipryan lo fa, si preoccupa e le chiede come sta, le porta addirittura della cioccolata, ricordandosi di un pomeriggio di qualche settimana prima.
«Volevi qualcosa, Lacros? Non ho idea di dove sia tua sorella».
«Forse no o forse sì, tanto non me lo diresti comunque, Vesper» borbotta l’uomo appoggiandosi contro lo stipite della porta e allungandole una busta sottile di carta rosa «Questa è per te, l’ho trovata tra le cose di Manila».
Vesper la prende, ma non osa aprirla, non davanti a Lacros, non davanti a Cipryan: non è sicura l’aprirà mai.
«L’hai letta?»
«Come se potesse interessarmi!»
La terza volta che vede il Sommo Priore sono finalmente passati tre mesi e anche l’uomo ha fatto pace con il fatto che no, Manila non tornerà, almeno non a breve.
«È tua sorella, Lacros, dovresti conoscerla, sai com’è fatta. Un giorno sarà pronta per tutto questo, sentirà il richiamo urgente del suo pianeta, della sua casa, e tornerà a prendere il posto che le spetta. Ma non è qualcosa che dipende da te, non è qualcosa che puoi decidere tu. Dipende unicamente da lei».
«Lo so, non serve che me lo dica tu, lo so bene. Non dico che la cosa mi piaccia, ma o lo accettavo o finivo con la pressione alle stelle. Non. Dire. Niente. Piuttosto, tu avresti dovuto sposarla, sei sicura che per te vada bene così?»
«Dovere non è volere; Manila mi piace, mi è sempre piaciuta e le voglio bene, davvero, ma sposarla per obbligo?»
Lacros tace per qualche istante, finché non arriva alla verità.
«Non hai mai avuto intenzione di sposarla, non è così?»
«Sii onesto, mi avresti mai voluta come cognata?»
«Meglio tu che Metacomet».
Scoppia a ridere, ripensando allo sguardo d’intesa che le ha rivolto il giovane dell’incanto l’ultima volta che l’ha visto, quindi scrolla le spalle e si allontana a passi leggeri verso la porta.
«Vesper» la richiama Lacros prima che si allontani troppo «La lettera, l’hai poi letta? Cosa c’era scritto?»
Vesper sorride, sollevando l’angolo della bocca e mordendosi il labbro inferiore.
«Non avevi detto che non ti interessava?»
«Forse ho mentito».
«”Grazie”».
no subject
Date: 31/07/2015 08:57 pm (UTC)no subject
Date: 31/07/2015 09:09 pm (UTC)no subject
Date: 01/08/2015 10:39 am (UTC)no subject
Date: 01/08/2015 12:40 pm (UTC)