alexiel_hamona: (Default)
[personal profile] alexiel_hamona
Titolo: Una famiglia inaspettata
Parole: 448
Prompt: papa!Mihawk con Zoro e Perona, Nessuno ha mai capito bene come funzionino i turni per il bucato e la preparazione dei pasti
Generi/Warning: generale, slice of life, missing moment
Note: scritta per un event del gruppo We are out for prompts; prompt di
[livejournal.com profile] kuruccha. Amo tantissimo Papa Mihawk con Perona e Zoro e adoro questi ultimi come BROTP, mi piacciono un sacco!



Una famiglia inaspettata


《Non ho più magliette pulite》 si lamenta Perona, osservando con aria depressa il suo ultimo capo d'abbigliamento indossabile.

《Beh? Lavatele》 risponde Zoro, senza nemmeno guardarla in faccia 《Era il tuo turno di fare il bucato questa settimana. Io sono impegnato con l'allenamento 》.

《Sei molto più noioso quando sei sobrio, Roronoa, te l'ha mai detto nessuno?》

《E a te ha mai detto nessuno che sei noiosa e basta?》

Perona borbotta un "Ehi!" stizzito, prima di avvicinarsi galleggiando nell'aria al ragazzo e tirargli gli orecchini con fare dispettoso.

《L'ultima volta che è toccato a me Mikki si è arrabbiato un sacco》.

《Se non avessi tinto tutte le sue camice del colore dei tuoi capelli sono sicuro che non avrebbe detto niente》.

《Beh, non vuoi mica rischiare che accada di nuovo! Ti ha quasi fatto saltare un occhio!》

《Io il bucato non te lo faccio》 borbotta Roronoa fermandosi di colpo e lasciando cadere i pesi sul pesante pavimento di pietra.

《Dai》 cerca di convincerlo la ragazza, appoggiandosi a braccia conserte sul suo capo 《Tu sai come si fa!》

《Chiunque lo saprebbe fare dopo quello che ci ha fatto Nami quando le abbiamo per sbaglio mescolato i bucati》.

《Sì, non ti ho chiesto la storia della tua vita. Però se lavi i panni al mio posto ti prometto che cucino per te tutta questa settimana!》

《Veramente il mio turno è settimana prossima...》

Silenzio.

《Se il tuo turno è settimana prossima e il mio è  stato settimana scorsa... chi sta cucinando questa settimana?》

In realtà non è che questa notizia giunga come una sorpresa, nessuno di loro ha mai capito come funzionino i turni per il bucato, né tanto meno la preparazione dei pasti.

Quando ne parlano a Mihawk, quella sera, l'uomo li guarda come se fossero deficienti e alza le spalle.

《Non avrete mica pensato che mi cucinassi da solo, vero? Vivo in un castello -》

《Che non è tuo》 gli fa notare Perona, nascondendosi prontamente dietro Zoro.

《Vivo in un castello》 riprende Mihawk senza degnarla di uno sguardo 《E non ho alcuna intenzione di farmi venire un'intossicazione alimentare perché voi due cretini non sapete distinguere sale e zucchero》.

《Ehi! È successo una sola volta!》 borbotta Zoro.

《Però non è giusto! Anche io voglio che mi cucini qualcun altro!》

《Mia la casa, mie le regole. Inoltre... credo sia ora che entrambi impariate a cavarvela da soli》.

《Non sei mio padre!》 sbotta Perona oltraggiata.

《Questo spiega perché tu non sappia nemmeno metterti a bagno una maglietta...》

La ragazza si gira verso Roronoa, lanciandogli uno sguardo di fuoco, quindi, con infinita nonchalance, gli scatena addosso un paio di spiriti.

《Così impari!》


Titolo: Full Metal Jacket
Parole: 392
Prompt: Franky/Robin au in cui Robin è una star del cinema
Generi/Warning: modern!AU, sentimentale
Note: scritta per un event del gruppo We are out for prompts; prompt di
[livejournal.com profile] littledarkrin.

Full Metal Jacket

NicoRobin aveva iniziato a recitare che era solamente una bambina; all'epoca non aveva niente e sua madre era morta da poco. Il suo successo era stato incredibile, la sua voce delicata ed elegante, coltivata con cura dal suo manager, l'aveva trasformata in una stella prima di Broadway e poi di Holliwood.

Folti capelli scuri e un paio di occhi tanto penetranti da far girare la testa a qualsiasi uomo, si poteva dire di lei che avesse ogni cosa; ciò di cui, però, i tabloid scandalistici non riuscivano a capacitarsi era come una donna tanto bella non avesse interesse nello stringere legami sentimentali.

Se l'era chiesto, per qualche tempo, anche il suo manager, Vincent Crocodile, per poi decidere che non era affar suo e dedicarsi ad altro. In realtà non è che Robin non fosse interessata agli uomini (o alle donne, o in generale al sesso) semplicemente la irritava l'idea di dover rendere conto a qualcuno della sua vita privata.

Forse, proprio per questo motivo, è lei stessa a stupirsi quando si scopre a trovarsi interessata alla sua nuova guardia del corpo, un uomo grande e grosso con i capelli tinti di un’insolito colore azzurro. «Super!» le dice come prima cosa nel momento in cui si incontrano e Robin riesce a scorgere, sotto le maniche arrotolate della camicia, due tatuaggi a forma di stella, troppo grossi e troppo pacchiani «Non si preoccupi di niente miss, con me non riuscirà ad avvicinarlesi manco una mosca!»

«Bene» aveva riso la donna «Sono insetti fastidiosi».

Solo dopo si era accorta che oltre ai muscoli c’era anche un cervello e, soprattutto, un cuore d’oro; Franky aveva modi gentili ed era in grado di affrontare discorsi profondi, più interessanti di quelli che poteva intraprendere con i suoi colleghi.

«Non posso credere che tu non abbia mai visto “Full Metal Jacket”» borbottò l’uomo controllando che anche dietro l’ultima colonna della villa non ci fossero paparazzi nascosti.

«Non ho mai avuto una televisione, non fino a sei anni fa».

«Non mi pare una gran scusa, tipo è un super capolavoro!»

Robin sorrise, ondeggiando sui tacchi alti e osservando le spalle larghe dell’uomo muoversi davanti a lei.

«Franky» lo chiamò, sorridendogli con dolcezza quando lo vide voltarsi.

«Che c’è? Ho quasi finito».

«Perfetto, così magari, sempre se ti va, potremmo vedercelo assieme quel film di Kubrick...»




Titolo: Non è una questione di sentimenti
Parole: 236
Prompt: Rimpianti soffocati tanto tempo fa
Generi/Warning: Missing moment, slice of life, malinconico, SPOILER DONQUIBROS

Note: scritta per la notte bianca di
[livejournal.com profile] maridichallenge con un prompt di [livejournal.com profile] kuruccha. Ho sempre voluto scrivere di Doflamingo e del suo rapporto con Rocinante e quindi ne ho approfittato.

Non è una questione di sentimenti.



Doflamingo Donquijote non prova rimorso. Non è una questione di sentimenti, semplicemente non gli interessa farlo; non vede perché, proprio lui, dovrebbe giustificare le sue azioni, né gli importa come queste possano avere influito sulla vita di perfetti sconosciuti.

Solo ogni tanto, si ferma a pensare a quegli occhi così simili ai suoi, sentendo una nostalgia lontana, il richiamo di una voce di cui a malapena ricorda il timbro.

Non lo ha detto a nessuno, ma, chiuso a chiave in un cassetto della sua scrivania, ha conservato uno di quelli fogli di carta ingialliti su cui suo fratello era solito scrivere; la grafia sgraziata riporta solo il suo nome “Dofy”.

Doflamingo Donquijote non prova rimorso, ma a volte si chiede se le cose con Rocinante sarebbero potute andare diversamente, si domanda cosa sarebbe accaduto se quel grilletto non lo avesse premuto. Quando si riscuote e ci pensa meglio, però, capisce che il suo non è nemmeno definibile come rimorso, non si sente in colpa per quello che ha fatto; in fondo, non vede come avrebbe potuto agire diversamente dopo che Corazon lo aveva tradito così platealmente e ferito così profondamente. Quello che resta, sepolto in un cassetto accanto a un foglio ingiallito dal tempo e dalla polvere, è solo il rimpianto di un bambino che non ha saputo proteggere il suo unico legame con il passato, la sua vera famiglia: un rimpianto soffocato tanto tempo fa.




Titolo: Labili alleanze e gente confusa
Parole: 587
Prompt: Zoro/Nami, L'isola dei famosi!AU "Io sono qui per i soldi, tu cosa speri di ottenere?"
Generi/Warning: Modern!AU, commedia
Note: scritta per la notte bianca di [livejournal.com profile] maridichallenge con il prompt AU; ispirata a un "vecchio" prompt di
[livejournal.com profile] littledarkrin.

Labili alleanze e gente confusa



Non aveva ancora capito se a irritarla maggiormente fosse la sua supponenza o il modo irritante di atteggiarsi con tutti, come se lui fosse l’unico in grado di sopravvivere sull’isola. Era davvero una scocciatura perché si presentava bene: un aspetto piacente, ottime capacità di relazionarsi in un ambiente ostile e dei pettorali da far invidia a un nuotatore.

Di lui Nami sapeva solamente che era un pugile, un uomo di poche parole che non amava le interviste televisive, ma che aveva vinto innumerevoli premi; Roronoa era conosciuto nell’ambiente come lo scapolo d’oro e la giovane cominciava a pensare che l’avessero incastrato in quello stupido reality show con l’obiettivo di spingerlo verso una relazione in diretta nazionale.

Così lo aveva preso da parte, trascinandolo in un angolo in cui le telecamere non sarebbero riuscite a riprenderli. Zoro l’aveva fissata, dedicandole lo stesso sguardo che si riserva ai deficienti, sulla sua fronte si poteva leggere a caratteri cubitali quanto fosse perplesso.

«Non le faccio queste cose in diretta» aveva detto subito, mettendo le mani avanti.

«Stai zitto, imbecille» Nami gli pestò un piede, lanciandogli un’occhiata astiosa «Vediamo subito di chiarirci, io sono qui per i soldi, tu cosa speri di ottenere?»

«Ah, quello. Boh, mi pagano e mi annoiavo a casa mia» fu la laconica risposta a seguito della quale la donna aveva fatto roteare gli occhi verso l’alto.

Nami Coco era una modella, o meglio, era stata una modella molto nota, aveva posato per riviste di ogni genere e aveva viaggiato quasi dovunque, e ora si ritrovava lì, in quella stupida isola di merda, con troppo sole e troppo caldo, senza crema solare, senza olio per i capelli e, soprattutto, circondata da idioti. il motivo era semplice, consapevole del declino veloce della carriera di chi come lei si basava sulla propria bellezza per guadagnare, Nami aveva deciso di mettere da parte più denaro possibile, in questo modo sperava di potersi dedicare, una volta chiusa la sua carriera nella moda, ad altro, magari investendo in una piccola attività personale.

«Sentimi bene, demente» sibilò avvicinandosi  pericolosamente in avanti con il capo «Io ho intenzione di vincere e tu mi aiuterai».

«Cosa? Perché dovrei? Ma chi ti conosce?!»

«Tutti, Roronoa, letteralmente tutti mi conoscono. Molta più gente di quanta sappia chi sei tu! E lascia che ti dica un’altra cosa, la prossima volta mi voterai come leader nella prova della settimana».

«Ancora non capisco perché dovrei farlo».

«Sarò molto chiara e te lo dirò in modo che anche un beota come te possa capire» disse Nami chinandosi a prendere un bastoncino «Questo legnetto è la tua carriera adesso, sottile e fragile, quasi secca, basta un colpo di vento e crack! Si spezza» mimò il gesto, rompendo in due piccoli pezzi lo stecchino polveroso «Ora, immagina che al tuo fianco ci sia una figura amata e brillante come me, che per inciso sono molto più intelligente di quanto non pensino tutti, e immaginaci mentre collaboriamo per guidare una serie di deficienti e scavalcarli nella corsa alla vittoria. Immagina, ancora che, dopo avere vinto, tutti ti vedano sotto una nuova virilissima luce e che tu riesca ad ottenere il 40% del premio...»

«Non so mica cosa sia il 40%»

«Oh Santo Cielo! Sei senza speranza. Facciamo così, ora ti giri, mi prendi in spalle e mi riporti in spiaggia, dove fingerai che mi sia storta la caviglia e la medicherai».

«Ma non ti sei storta la caviglia… Oh. Sei un vera strega!»

«Taci e prendimi in braccio!»

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alexiel_hamona

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