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prompt: deserto
parole: 933
Non dovrebbe nemmeno pensarci.
È una possibilità che nella sua testa non dovrebbe nemmeno contemplare.
Gou è la sorella di suo marito e Sousuke dovrebbe continuare a considerarla tale, la principessa del deserto che è piombata nella sua casa dopo il matrimonio. Sì, prima era un’odalisca - forse lo è ancora, probabilmente lo sarà sempre, ma questo non è un buon motivo per seguire il suo corpo con lo sguardo come se non esistesse niente altro al mondo, come fosse la fonte dell’oasi alla quale abbeverarsi dopo una giornata trascorsa sotto il sole cocente.
Non ha progettato di perdere la testa per lei - proprio nello stesso modo in cui l’ha persa anni prima per Rin. Tuttavia Gou è cresciuta, le sue forme acerbe si sono sviluppate trasformandosi in morbide curve; il suo sorriso timido si è fatto coraggioso andando a decorare quel viso delicato di due labbra rosse e carnose.
Non ha progettato nemmeno di finire con lei tra le rovine dell’Oasi di Jakku, sperdute in mezzo al deserto, tra le alte dune così simili tra loro, proprio nel mezzo di una tempesta di sabbia.
La colpa è stata principalmente di Gou che si è distratta ed è scivolata dalla gruppa del dromedario che la trasportava; Sousuke è sceso con un balzo dal suo animale, per prenderla in braccio, senza prestare attenzione, tuttavia, alla tempesta in arrivo. Così ora si ritrovano nascosti, in qualche modo prigionieri, delle antiche rovine del deserto, unica area disponibile nel raggio di chilometri per fornire loro riparo dal vento sferzante e la sabbia graffiante.
«Quanto tempo pensi che continuerà?» domanda Gou, appoggiandosi a lui e socchiudendo appena gli occhi.
Sousuke trattiene il respiro, la sua mano raggiunge la spalla della ragazza per avvicinarla di più a sé.
«Non ne ho idea. L’ultima volta è durata tre giorni, speriamo tuttavia che duri molto meno, non so se avremmo risorse per resistere così a lungo».
«Tecnicamente non dovremmo morire, nemmeno senza acqua né cibo, dopo tutto si tratterebbe di tre giorni».
«Non ci tengo a sperimentare la cosa, Gou» risponde Sousuke, sorridendo piano.
La principessa annuisce, stringendosi a lui; affonda il viso tra i suoi pettorali (e Sousuke questo non lo sa, ma il suo cuore non è il solo che batte all’impazzata in quel momento).
«Rin ci troverà di sicuro, non ci lascerebbe mai da soli in mezzo a una tempesta. Siamo le persone più importanti che ha» soffia piano contro di lui, il suo respiro caldo gli solletica la pelle nuda, Sousuke non osa farle notare che, da quando Haru è tornato, Rin sembra avere altri pensieri per la testa, pensieri che non contemplano loro.
«Sono sicuro che sia così», o forse lo spera e basta, perché non ha idea di quanto riuscirebbe a resistere senza impazzire con Gou, da soli in quel vecchio rudere.
«Anche se ultimamente l0ho trovato un po’ distratto» continua Gou, cercando di capire esattamente cosa sappia Sousuke «Con Haru di ritorno e l’ambasciata del sud».
«Puoi anche dirlo che li hai visti assieme, bimba, non devi preoccuparti per me. Li ho visti anche io».
Gou trattiene il fiato, come avviene sempre quando Sousuke la chiama così; allunga una delle sue mani minute e va a stringere quella larga dell’uomo.
«Mi dispiace» mormora piano, alzando il capo per fissarlo negli occhi.
I suoi occhi sono simili a quelli di Rin, ma i lineamenti sono infinitamente più delicati, il viso è armonioso e simmetrico e il sorriso malinconico.
Sousuke decide che, dopo tutto, non ha niente da perdere.
«Credimi, dispiace anche a me, ma forse è meglio così» si interrompe un attimo, e solleva una mano per spostare una ciocca dei capelli di Gou dietro al suo orecchio «Mi fa sentire molto meno in colpa stare con te».
Gou arrossisce solo leggermente; sarà forse più piccola, ma non è stupida e ha percepito più volte il suo sguardo su di sé, lo ha desiderato a lungo, e ogni notte, mentre le sue mani scivolavano tra le sue gambe, si era maledetta per averlo anche solo pensato.
Sousuke si china su di lei; le sue labbra rosse sanno di pesca, sono morbide e delicate, così diverse da quelle di Rin, ma allo stesso tempo così simili. Il corpo delicato della principessa si flette sotto il tocco della sua mano, avvicinandosi al suo; Gou rabbrividisce, mentre una sensazione nota, di piacere e di eccitazione, va montando nel suo basso ventre.
Non si sente in colpa.
Non come dovrebbe, non dopo avere visto suo fratello e Haru nella stanza del trono.
Interrompe il bacio, facendosi forza, solo per pochi istanti; solleva lo sguardo e lo fissa su Sousuke.
«Non sono Rin» scandisce bene le parole, vuole che ne sia sicuro, vuole che se lo ricordi prima di fare qualsiasi altra cosa «Non sono mio fratello, non sono la sua sostituta».
«Credimi, bimba, lo so» risponde Sousuke, accarezzandole il capo «Lo so fin troppo bene».
La avvicina a sé, tirandosela in braccio. Gou riesce a percepire il rigonfiamento tra le sue gambe attraverso i leggeri strati di tessuto dei loro vestiti; si struscia su di lui, trattenendo appena il fiato, quindi appoggia le mani sul petto dell’uomo e si lascia baciare.
Fuori dalle rovine continua a imperversare la tempesta di sabbia; le dune del deserto si sollevano e si spostano, mentre il vento soffia e ruggisce, sferzante e impietoso. Tra le grosse pietre degli antichi edifici risuonano gemiti soffocati, Gou lo chiama per nome, Sousuke ansima piano; ogni rumore si perde nel vento, si perde nel deserto, rimanendo un segreto celato tra le pareti di una città perduta.