[One Piece] La corda
01/03/2018 10:31 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
prompt: giungla
parole:472
Il rumore del machete è ritmico e costante.
La giungla si estende a perdita d'occhio in ogni direzione; alberi senza fine si innalzano verso il cielo, completamente oscurato dalle larghe foglie, le fronde rigogliose si estendono a creare un tetto di fronde tra le cui spessore si insinuano i raggi di un sole caldo. Al livello del suolo, fitti insieme di arbusti e sottobosco rendono difficile il passaggio: liane, eliconie, materiale vegetale in decomposizione. Ogni cosa pare progettata per celare alla vista pericoli e insidie che farebbe decisamente comodo essere in grado di vedere, perlomeno per non cadere in un dirupo o per evitare di infilare il piede in una tana di formiche rosse carnivore - come è successo già due volte a Usop.
Rufy si agita una mano davanti al naso e tira fuori la lingua ansimando appena.
«Perché fa così caldo?» domanda, cercando invano di farsi aria.
«Beh, non mi dire... potevi pensarci al fatto che in spedizione nella giungla sarebbe stato caldo e sarebbe stato umido. Io lo avevo detto che era un’idea di merda, ma voi non mi ascoltate mai!» celiò Usop, massaggiandosi con aria melodrammatica la gamba ferita, avvolta in spesse bende bianco sporco.
«Taci, mentecatto» sibila Nami, arrancando al loro fianco «Sono quasi sicura che il tempio perduto si trovi in quella direzione, e quando saremo arrivati… Oh! Quando saremo arrivati!»
«Cosa?» domandano in coro Usop, Rufy e Chopper, allungando il collo come se questo permettesse loro di vedere già da quel momento la città perduta.
«Voi non vedrete il becco di un quattrino, ecco cosa. Ancora a dare retta a questa avida demente».
«Roronoa, ti ricordo che sei stato il primo a sbarcare e con la stessa convinzione di un babbuino gigante hai esordito dicendo “Il machete lo tengo io che a fare strada sono il migliore”, poi ti sei perso. Quattro volte. Quindi stai zitto e non tirare troppo la corda» gli fa notare la navigatrice, tirando uno strattone a una spessa fune legata alla vita dell’uomo di fronte a lei.
«Spero che ti venga un accidenti».
«Chop, chop. Il machete, marimo».
«Beh, non per interrompere il vostro idillio di litigate, che è sempre molto spassoso da vedere» li interrompe Franky, proteggendo con una mano Robin - comodamente seduta su una delle sue spalle - da una liana che rischia di colpirle il viso «Ma quindi cosa stavi dicendo? Cosa accadrà quando saremo arrivati?»
«Oh quello» celia Nami, riscuotendosi e fermandosi di colpo «Ovviamente non vedrete il becco di un quattrino».
Zoro sogghigna, pochi passi avanti a lei.
«Ve lo avevo detto».
La corda si tende, perde l’equilibrio.
«Mentecatto» sibila Nami, fissandolo dall’alto in basso.
Roronoa bestemmia dentro di sè, massaggiandosi le chiappe là dove hanno toccato terra.
Un giorno riuscirà a smetterla di farsi fregare da Nami, chiaramente non è quello il giorno.